domenica 2 novembre 2014


Non sapevo, 
oh non sapevo
amore mio, 
la tua forza 
potesse essere
così grande!
Tu sei,
il mio brivido più intenso,
sei sensualità e passione,
che solletica i miei sensi.
Sembravi così fragile,
così bambino,
così morbido,
quando stringevo
nel mio sguardo il tuo.
Scivoli
dapprima lentamente,
poi con sempre
più ardore
sui miei seni,
sui miei fianchi.
Ora sei fuoco che mi brucia,
acqua che mi spegne,
terra che mi accoglie,
aria che mi fa volare,
ora, oh sì, ora sei forte
come la vita
che mi prende
come la morte
che mi attende,
come la voglia di te
che mi mette in ginocchio,
per farmi urlare il tuo nome.
Le mie parole d'amore,
diventano fuoco
sulla tua pelle,
labbra irresistibili,
che solo sfiorandoti
incendiano ogni
centimetro del tuo corpo
fremente.
Nel vento, nella notte, nell'infinito
per supplicarti
di stare ancora con me,
nel bene, nel male,
ma con me, dentro di me
per sempre e ancora più in là
il mio essere
reagisce,
trema,
sussulta di te,
e con te.
E l'alta marea
di estasi
ci assale
correi
di questa passione
senza fine.
È un continuo susseguirsi,
di fremiti insaziabili,
una sete di noi,
inesauribile,
mischiata a baci frenetici
e famelici,
che come in apnea
mi lasciano
senza fiato. 

Sento il freddo avvicinarsi,
ma mi chiudo dentro me
e faccio finta che non esista.
Nel mio intimo nessuno mai 
mi potrà far del male….
Tra il calore della mia auto commiserazione
e il mio sussurrante ego, tutto sembra andar bene.
Mi domando perché non si possa vivere felicemente
nella ignoranza di una illusione.
E mentre cerco di abbandonare i miei pensieri
mi faccio dondolare dal vuoto
e abbracciare dalla morte.


<Bestia>
Non vengo questa sera per il tuo corpo, o bestia a far per te il cibo. Né a scavare per potermi salvare. Chiedo solo un flebile alito di pietà, affinchè tu possa gustarmi con avidità. Divorati e saziati della mia carne ma non ti donerò mai la mia essenza più pura. La mia anima mi appartiene e nessuno me la porterà via. Il crimine che stai compiendo so che non avrai alcun rimorso mai potrà divorare, quell'anima tua che già hai perduto tempo fa. Ed io ormai spenta tra le tue braccia, accetto la mia fine. 

venerdì 31 ottobre 2014


Sono abitatrice delle sabbie, di alte spume.
Mi vuoi chiedere, se mi sento sola?
Bene, certo… sola…
come una donna che attraversa il paese guidando
giorno dopo giorno, lasciandosi dietro
miglio dopo miglio.
Le navi passano per le mie finestre
come il sangue nelle mie vene,
come i piccoli pesci nei fiumi…
Sempre sono una donna,
che, fredda e lieve,
compatendo e un poco amando,
ti cerca forse come un fratello.
Ma vorrei altro.
Non ho vele e ho vene.
Ce l’ho messa tutta per non amarti.
Ma ciò che ho fatto non basta.
Tu hai fatto lo stesso.
E anche questo non basta.
E il mare ha le sirene.
Quieta voglio ringraziare il mio destino;
mai ti perdo del tutto
E io navigo e sto ferma.
Noi che affidiamo ogni nostra decisione
al bizzarro rotolare di una moneta
incapaci di ergerci.
Vedo mondi e sono cieca.
Io e te non siamo di quelli
che se ne vanno in giro
a giurare di non aver mai deluso nessuno
e di provare ancora gusto a vivere come si vive.
Perché questo è un male di famiglia,
essere di sabbia, di acqua, di isola…
e solo quegli occhi tristi,
perdonano quello che non si può perdonare.
E persino senza barca navighiamo nel mare come destinato.
Da diventare l’unica donna dei desideri tuoi?
Il cuore spesse volte prende decisione così sciocche.
Che tutto è mare e niente più.
E noi il nulla

<Essere donna!”
Bacerò lentamente e
dolcemente la tua bocca.
Berremo insieme 
i nostri dolori in un bacio 
d'immensa passione.
Ecciterò i nostri sensi.
Berrai dalla mia bocca,
il dolore che ho dentro,
in un bacio
più profondo.
Conficcherò le unghie
nella tua pelle fino
a farti gridare.
Ecciterò il tuo corpo.
Leccherò le tue ferite.
Giaceremo sfiniti
da un amplesso furioso
di passione e rabbia e
placherò la mia voglia di essere donna. 

Se mi fermo un attimo a pensare, definirei la mia vita un grattacielo, che ho deciso di scalare senza usare l'ascensore. Ad ogni piano un sogno diverso e colorato. Ora che mi trovo al centro dell'edificio il sogno è rimasto uno solo. Un amore travolgente che si trova in cima, obbligandomi a non fermarmi. Gli anni passano e i gradini ora sembrano più alti e ripidi. Continuo la mia salita speranzosa che l'amore resti lì ad aspettarmi. Se non dovesse essere così vorrà dire che ho sbagliato, ma il tempo per me a quel punto sarà scaduto. Non mi resterà che sperare che un gabbiano mi doni le sue ali...

mercoledì 29 ottobre 2014


Al ritmo di musica si ripercorrono tempi
ormai lontani nella nostra memoria e ne si guardano altri, 
con timore, con distacco, impazientemente.
Ciò che è omai ricordo riaffiora con 
piacevole nostalgia nei nostroi pensieri.
Un passato quasi ignorato...
una corsa frenetica ed allucinata verso ciò che non sappiamo sarà,
ciò che non sappiamo saremo.
Così i valori e le vittorie conquistate,
guadagnate negli anni addietro,
divengono nulla, oblio.
Incoscenza del non essere domani;
lontana ormai la percezione del presente.
Se già siamo passato, come potremo presuntuosamente
pensare di essere quell'incerto futuro???
Impazienti di divenire, incoscenti di essere...
la vita si svolge su un grande palcoscenico..
L'uomo...il suo divenir danzando..
ed una ruota che si muove implacabile..
"il tempo".